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e laceri in un punto. Io sofferire
dovrà, che duro marmo sien le vaghe
membra di lei, che m ama? Ah no; si cerchi
l Augel, da cui dipende il sacro arcano
del cambiamento di costei, che adoro.
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Letteratura italiana Einaudi
Carlo Gozzi - L augellino belverde
pompea
Tu promettesti pure, il so, esser pago
d udir sol la mia voce, ed or nol sei.
Generoso garzon, lascia, ch io sola
soffra la sorte, all error mio castigo.
Non espor la tua vita al gran cimento.
renzo
Ben spietato sarei, se t ubbidissi. (in atto di partire)
scena seconda
Truffaldino da viaggio con frusta da postiglione, e Renzo.
truffaldino Scoppiando con la frusta frettoloso; allon,
allon; tutto esser in punto; non è più tempo da perdere,
non si perda a far all amore coi sassi, ecc. renzo Che sia,
dove vada, che faccia? ecc. truffaldino Come non sap-
pia i gran casi successi? renzo Non saper nulla. truffal-
dino Il re Tartaglia ha mandato Pantalone, regio ruffiano,
per concludere il matrimonio con Barbarina, sua sorella,
chiedendo in dote il pomo, che canta, e l acqua, che balla.
Che Barbarina era combattuta lo spirito tra l amore, che
ha per l Uccel belverde, e l ambizione di diventar regina.
Che fece una scena d agitazione bellissima, che pareva una
nave in burrasca, ecc. Che il regio ruffiano con eloquenza
disprezzava l affetto dell Uccel belverde, in confronto del
re; che finalmente pareva, che l animo di Barbarina pen-
desse alla monarchia. Quando, oh inaspettato caso, com-
parve la vecchia regina Tartagliona col poeta, cavalier ser-
vente, e piantatasi colle mani in fianco disse queste parole:
«Per divenir mia nuora ogni speranza perde
chiunque non ha in dote l Augelletto belverde».
Che, ciò detto, era partita col bracciere poeta, che
andò seco recitando un egloga in lode dell appetito, ecc.
Che Barbarina era andata in furore, ed aveva scacciato
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Letteratura italiana Einaudi
Carlo Gozzi - L augellino belverde
Pantalone, spingendolo giù per la scala. Che gridò per
casa, com una spiritata, che le si rechi l Uccello belver-
de. Ch era caduta sopra una poltrona con gli effetti iste-
rici, che tira calci, fa sberleffi, che fanno paura. Quattro
femmine la tengono, le hanno dilacciato il busto, le han-
no bruciate sotto al naso due raccolte di poesie. Ch egli
era partito per la compassione, e per la modestia. Che
già è arrivato il diavolo benefico, che spinge soffiando di
dietro, che altre volte favorì il re Tartaglia, e lui. Che il
colle dell orco, dove sta l Augello, non è lungi, che tre-
mila miglia; tutto è pronto, la cosa batte in freddure, bi-
sogna consolar la povera Barbarina, e andare all acqui-
sto dell Uccello, ecc. a parte (sue risa delle pazzie)
renzo
Sì, Truffaldino; io già m era risolto
d andare a quest impresa. Ecco la serva,
tua consorte, che vien.
scena terza
Smeraldina, e detti.
smeraldina Aiuto, aiuto.
renzo
Smeraldina, non più. Vado all acquisto
dell Augello belverde. Tutto intesi,
già vo saper di chi son figlio; e voglio
chi adoro liberar dal carcer duro,
e in un punto appagar la suora mia.
Dille, che spesso quel pugnale osservi,
che, sino ch ei risplende, il fratel vive,
che, s egli è sanguinoso, è morto. Addio. (entra)
truffaldino
Che, s egli è sanguinoso, è morto. Addio. (l abbraccia,
e parte battendo la frusta)
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Letteratura italiana Einaudi
Carlo Gozzi - L augellino belverde
smeraldina
O quanti matti al mondo! O qual intrico
è questa vita, che bramiamo tanto!
scena quarta
Smeraldina, Barbarina, e Pompea.
barbarina
Serva, dov è il fratel?
smeraldina
Via, state cheta.
Egli è andato a uccellar l Augel belverde;
e disse, che osserviate quel pugnale
e, se mai getta sangue, ch egli è fritto.
barbarina
Grazie a numi del ciel.
pompea Folle, t affretta,
ferma il fratello. Tuo fratello è morto.
smeraldina
Oimè, quel simulacro ha ragionato. (suo tremore)
barbarina
Che maraviglie? Io sono avvezza a questo.
Morto è il fratel? (trae il pugnale, che risplende)
Che narri? Eh, stolta, taci.
Terso è il pugnale; mio fratello è in vita.
pompea
Indiscreta, superba, adunque aspetti,
cieca da vanità, che sanguinoso
apparisca il pugnal, per poi dolerti
invan della miseria del tuo sangue?
smeraldina (tremante)
La statua dice bene; siete matta.
barbarina
Dunque dovrò soffrir di non sapere,
chi sieno i genitor? Dovrò soffrire
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Letteratura italiana Einaudi
Carlo Gozzi - L augellino belverde
i rimproveri altrui? Non sarò degna,
per non avere un Augellin belverde,
d esser sposa al monarca? Ahi, si vuol troppo.
pompea
Barbarina, nessun bramar più deve
di me l acquisto dell Augel belverde;
ma il volerlo acquistar troppo è fatale.
Amo il fratello tuo. Più amar lo devi
tu, che gli sei sorella. In me ti specchia.
Tal mi ridusse vanità, qual vedi.
Temi, che il ciel s irriti. Non curarti
d esser sposa al monarca, ed abborrisci
anzi le nozze sue. Di più non dico.
Ferma il fratello, o invan lo piangerai.
barbarina
La voce di costei nel cor mi passa;
tutta mi fa tremar. Ribrezzo estremo
sento per il fratello... estrema voglia
dell acquisto fatal... son disperata
Ah si salvi il fratel; dell altra brama
forse m appagherò. Serva, mi segui;
verso al colle dell orco io movo il piede. (entra)
smeraldina
E pur è ver. Quando si vuol del bene
a una persona, non si può staccarsi;
e, quantunque sia matta da catena,
sin al colle dell orco ella si segua.
Sarà per amor proprio; pazienza.
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Letteratura italiana Einaudi
Carlo Gozzi - L augellino belverde
scena quinta
Sala regia.
Pantalone.
No m alla buttà zoso per la scala quella becca cornua?
Credo, che questo sia el primo caso, che un ambassador
d un monarca, che va per trattar un matrimonio d un
monarca con una mezzacamisa incognita, che no do-
manda altro in dote, che una caraffina de acqua, e un
pomo, sia stà buttà zoso per la scala, come una zavatta.
E pur ste stravaganze, che acqua, pomi, oselli belverdi
impedissa un imeneo de sta natura, me dise al cuor delle
cose grande. Me sento una certa sinderisi a tegnir man a
sti amori... no so gnente. Quei do bamboli, buttai da mi
tanto ben condizionai zoso per el fiume... no so gnente.
Questi xe do zemelli... Le parole de quel celebre poeta...
no so gnente. Se vede in sta ragazza una struttura de na-
ranza patente. In somma no posso parlar per paura della
pelle; ma gho dei rimorsi. Se dise, che i sia fioli de Truf-
faldin, e de Smeraldina; ma figurarse: el pare, e la mare
no serve i fioi in quella maniera, e po sti palazzi, ste ma-
ravegie, ste ricchezze sfondradone no se fa colla lugane-
ga cusì presto. Sangue de donna Cattarina, che vogio an-
dar a far quattro interrogazion da omo de garbo a
Smeraldina, e a Truffaldin, e se posso cavar celegati, e
che el marron sia, come dubito, vada la pelle, gomito
tutto; perché, se nasce un matrimonio d un pare, e
d una fia, le xe po de quelle tragedie da orbarse, come
Edipo, da impiccarse per la gola al rampegon della car-
ne, come una dindietta de grassa. (entra)
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