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in matrimonio o sciolto; però che, come dice santo Ago-
stino, uno medesimo peccato s aggrava e alleggiera se-
condo lo stato, l oficio e la condizione della persona. La
seconda circustanzia si è Quid: cioè, che cosa, e che pec-
cato fu quello che commise; chè non basta dirlo in gene-
re: Io ho peccato in gola o in lussuria: ho detta o fatta
ingiuria al prossimo; ma conviene che la persona che si
confessa, dica spressamente e specifichi in che spezie di
peccato ha offeso: se ha peccato nella gola, in mangiare
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Passavanti - Lo specchio di vera penitenza
o in bere troppo, o in volere cose troppo dilicate, o non
aspettando l ora del mangiare: nella lussuria, se in forni-
cazione, o in adulterio, o in peccato contro a natura, o in
qualunche altro: in dire o in fare ingiuria altrui, che in-
giuria fu quella; se in parole, che parole; di minacce, di
rimprovero, d infamia: se in fatti, che fatti furono; nelle
cose sue, nell avere o nella persona: se percosse, con
che; con ferro, mazza, pietra o pugno: e chi fu la persona
che egli offese; padre o madre, prelati o altri; e se di ciò
ne seguitò danno, pericolo, o scandalo, o vergogna. Dee
ancora domandare che volle o che intese di fare; chè
spesse volte si pone l uomo in quore di fare un grande
malificio, com è omicidio, tradimento o simili cose, e
non viene altrui fatto: onde si dee confessare della mala
volontà e della rea intenzione ch ebbe. La terza circu-
stanzia è Ubi: cioè a dire, in che luogo ha fatto il male: se
fu luogo pubblico o privato; chè il peccato fatto in luogo
pubblico è più grave per lo male essemplo e per lo isver-
gognato ardimento: se fu luogo sagrato, dov è maggiore
il peccato perla inreverenza di Dio, a cui è sagrato e di-
putato il luogo; onde Iesu Cristo cacciò del tempio con
grande indegnazione coloro che vendeano e comprava-
no là entro. La quarta circustanza è Per quos: cioè, con
che aiuto, con quanta e quale compagnia fece il male;
chè spesse volte l uomo per fare una sua vendetta, o per
venire ad alcuno suo intendimento, richiederà aiuto e
compagnia che sieno con lui a mal fare, e tutti gli farà in-
sieme seco malfattori: onde è cagione de loro peccati. E
truovasi di quegli che, per venire ad alcuno suo intendi-
mento, o d acquisto o di guadagno o diletto, ricorre
all aiutoo al consiglio del dimonio, o a malífici incanta-
tori o indovini: che sono peccati gravissimi. La quinta
circustanza si è Cur: cioè perchè; che cagione ebbe l uo-
mo di fare il peccato: chè per la cagione molto s aggrava
il peccato. Chè maggiore e più grave peccato è furare
per avarizia e per diletto di nuocere altrui, che non sa-
Letteratura italiana Einaudi 131
Passavanti - Lo specchio di vera penitenza
rebbe a farlo per povertà: e più peccato è a ingiuriare al-
trui per oltraggio o per propia superbia, che non sareb-
be per impazienza d ingiuria ricevuta: e maggiore pecca-
to è provocare la consupiscenza, e nutricare la
tentazione e la mala volontà, che non è lasciarsi vincere
alla forte tentazione per fragilità: e maggiore peccato è
peccare in pruova o per certa malizia, che per ignoranza
o per infermitade. La sesta circustanza si è Quotiens:
cioè a dire quante volte ha l uomo fatto il peccato; però
che la seconda volta è più grave che la prima, e la terza
che la seconda; e pare che quello cotale spregi e abbia a
vil la bontà e la benignità di Dio che l sostiene, e spe-
zialmente quando ricade in quello medesimo peccato
del quale altra volta fu prosciolto: chè colla gravezza del
peccato, ci è la ngratitudine della grazia ricevuta; ed èc-
ci il rompere della pace e del patto fatto con Dio di non
offenderlo. Onde, a dimostrare come è grave il ricadere
nel peccato, Iesu Cristo sempre dicea a coloro i quali
egli assolvea: Vade in pace, et amplius noli peccare: Va, e
nol fare mai più. E la nfermitade nella quale si ricade, è
più pericolosa che non fu in prima, e richiede maggiore
diligenzia dal medico a curarla. Così il confessoro, ch è
medico dell anime, dee sapere se l peccatore è ricaduto
in uno medesimo peccato, e quante volte; acciò ch egli
sappia meglio dare la medicina della penitenzia, e consi-
gliarlo della guardia per innanzi. La settima circustanzia
si è Quomodo: ciò a dire, in che modo l uomo peccò: chè
se dice che ha dell altrui, domandi in che modo; per
usura, per furto o per rapina, per giuoco o per avere ri-
tenuta la mercede della fatica altrui: se dice che battè al-
trui, domandi se fu piano o forte, e se fu a mano vôta, o
come; e se l fece a tradimento, o per fare vendetta. E
così in questi e in tutti gli altri peccati domandi e esami-
ni il peccatore de modi che aggravano il peccato: tutta-
via, come detto è di sopra, cautamente e discretamente,
sì che la persona dica il peccato e l modo, se l ha fatto; e
Letteratura italiana Einaudi 132
Passavanti - Lo specchio di vera penitenza
se non l ha fatto, non l appari, siccome detto è di sopra.
L ottava circustanzia del peccato della quale el confesso-
ro dee domandare, si è Quando: cioè, in che tempo: se
fu quando era giovane, o se l peccato è antico o novello;
o se fu in dì di festa, o in tempo di penitenzia, come è la
quaresima e le quattro tempora; o se fu quando si dicea
la messa, o quando si predicava, o quando si tengono
l ordinazioni de cherici, o quando vanno le procissioni,
o quando si debbono dispensare e ricevere i sagramenti
della Chiesa, o quando altri fosse per entrare in mare o
in battaglia; chè tanto è maggiore il peccato, e tanto mo-
stra piggiore disposizione, quanto altri doverebbe allora
essere meglio disposto. L altro verso che si dice al con-
fessoro, si è: Quilibet observet; cioè ciascuno osservi le
cose dette di sopra: AnimS medicamina dando, dando le
medicine all anima; la qual cosa fa il confessoro, il quale,
come detto è di sopra, è medico dell anime.
CAPITOLO QUINTO
Dove si dimostra si dee disporre il peccatore che si vuole anda-
re a confessare; e quali sono quelle cose che dee fare acciò che
si confessi bene, e che la confessione sia fruttuosa.
La quinta cosa che si dee dire, secondo che promet-
temmo di sopra, della confessione, si è come si dee di-
sporre colui che si vuole andare a confessare. Dove è da
considerare, che la persona che si vuole bene confessare,
e che la confessione le sia fruttuosa, conviene che faccia
tre cose. La prima, ch ella dica interamente tutti i peccati
suoi con tutte le circustanze che aggravano i peccati, sì
come detto è di sopra. E a ciò potere e sapere fare, con-
viene che la persona abbia a mano i peccati suoi: altri-
menti, non gli saprebbe nè potrebbe dire. Onde, per più
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